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La
processione del Cristo morto e della Madonna Addolorata è l'avvenimento
religioso in cui i campobassani si sentono più partecipi anche
emotivamente.
Il
lungo e mesto corteo nel pomeriggio si muove dalla chiesa
di santa Maria della Croce e si snoda dapprima nel centro storico
e, successivamente, nella parte moderna della città soffermandosi
davanti ai luoghi ove la sofferenza è maggiormente presente,
come le carceri, quindi fa ritorno nella chiesa da dove era partita
in un ambiente diventato altamente suggestivo grazie alle soffuse luci
del centro antico.
La
scelta dell'orario pomeridiano non è casuale volendo ricordare
il momento in cui avvenne la Passione di Gesù Cristo.
La
sua particolare caratteristica è di avere all'interno un coro
di circa settecento persone il quale, durante il percorso, intona più
volte lo struggente canto "Teco vorrei o Signore" composizione,
di inizio Novecento, del maestro campobassano Michele De Nigris su versi
di Pietro Metastasio.
INNO ALL’ADDOLORATA
Coro processionale del Venerdì santo
Teco
vorrei o Signore
oggi portar la croce
nella tua doglia atroce
io ti vorrei seguire
ma sono infermo e lasso
donami tu coraggio
acciò nel mesto viaggio
non m’abbia da smarrire,
acciò nel mesto viaggio
non m’abbia da smarrire.
Tale espressione musicale vuol essere, in un certo qual modo, il prosieguo
di quella tradizione presente tra i congregati Crociati
e Trinitari del Cinquecento i quali cantavano, a seguito della malinconica
teoria mattutina, il "Lamento della Madonna Santissima".
La
processione all’epoca era denominata Il Mortorio; fu istituita
nel 1626 nel patto di concordia tra crociati e trinitari e si snodava,
partendo all’alba dalla chiesa di S. Maria della Croce per le
stradine a scala della città vecchia.
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