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Il Museo Sannitico
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a cura della Archeologa Angela Di Niro

 

Il Museo Sannitico

Via Chiarizia, 12 - Campobasso
Telefono: 0874 412265

Aperto dal lunedì alla domenica:
Mattina: 9:00 - 13:30
Pomeriggio: 14:00 - 17:30

Ingresso gratuito

 

 


La nascita

Il destino del Museo Provinciale Sannitico è rimasto a lungo legato a quello della Biblioteca Provinciale, a partire dalla sua nascita. L’idea della creazione di una biblioteca precedette, seppure di poco, quella del museo e si diffuse sin dall’Unità d’Italia in quel clima di grandi fermenti culturali avvertiti soprattutto dalla borghesia che “cercava le proprie radici”. L’idea si concretizzò dopo un caloroso intervento del consigliere Sipio, approvato all’unanimità dal Consiglio Provinciale: era il 26 settembre 1881. Nessun riferimento, nel discorso di Sipio, alla Biblioteca così calorosamente propugnata da Pasquale Albino il quale, qualche mese dopo, nel gennaio 1882, donò al museo una ricca collezione di opere bibliografiche (circa 600, “moltissimi opuscoli, opere musicali, esemplari di calligrafia, atlanti di carte geografiche, ecc.”) che costituì il primo nucleo della biblioteca provinciale, nata senza ufficialità e come parte integrativa del museo.

La storia
Cinque anni dopo la sua istituzione, il Consiglio provinciale chiamò Antonio Sogliano a riordinare i materiali del museo; ne venne edito nel 1889 a Napoli Il Museo Provinciale Sannitico di Campobasso. Inventario degli oggetti antichi, l’unico catalogo completo, fino ad oggi, della collezione museale, tanto più prezioso dal momento che rappresenta l’unico dato informativo minuzioso della collezione originaria. Il museo, infatti, nel corso dei decenni successivi andò depauperandosi sempre più. Nel catalogo del Sogliano si trovano inventariati 1886 oggetti, con relativo numero di inventario, raggruppati tipologicamente in 15 sezioni.
Dopo il fervore e l’entusiasmo dei primissimi anni, il museo andò avanti sempre più stentatamente e lungo un percorso sempre più accidentato, difatti una serie di disavventure cominciarono ad interessare la collezione provinciale che dalle belle sale del palazzo della Prefrettura, dove era stata collocata, fu prima spostata nei seminterrati della stessa sede, quindi, dal 1916 al 1932 in alcuni locali di via Pennino, quindi, nei locali dell’Istituto Tecnico di via Veneto, dove sono rimasti fino agli inizi degli anni settanta.
Nel 1935 il museo riceve alcuni oggetti provenienti da una necropoli di Tufara Valfortore; nel 1936 il monetario risulta accresciuto rispetto alla collezione originaria di altri 600 pezzi tra monete e medaglie medievali e moderne; una relazione, datata 1942, del direttore del museo al soprintendente di Chieti, attesta che le monete arrivano al 1800 pezzi, le iscrizioni sono 29, gli altri oggetti sono 850 rispetto agli originari 798; risultano inoltre assegnati al museo “4 quadri e due sculture”; nel 1948 pervengono al museo altre due iscrizioni rinvenute a Campobasso. Sono incrementi pressoché irrilevanti, che, peraltro, non equilibrano le spoliazioni che il museo andò subendo. Di queste la più drammatica avvenne senza dubbio nel corso dell’ultimo conflitto bellico. Attualmente dei 1886 pezzi catalogati dal Sogliano nel 1889 restano 560, tendendo escluse da questo numero le medaglie e le monete per lo più moderne, che non facevano parte della collezione originaria.
Negli anni Settanta la Soprintendenza Archeologica del Molise, recentemente istituita, ritenne necessario per ragioni di tutela prelevare i materiali dalla stanzetta di via Veneto in cui si trovavano confinati – nel frattempo l’annessa biblioteca era straordinariamente cresciuta – e, di concerto con la Provincia, provvedere al restauro ed alla catalogazione di quanto era sopravvissuto ai suoi quasi cento anni di vita. Trasferiti prima nei locali della Soprintendenza in via Gioberti e quindi nella sede di via Prosdocimo Rotondo, i materiali del museo sono rimasti inaccessibili al pubblico per un ventennio.
Nel frattempo procedevano i lavori per il recupero di Palazzo Mazzarotta, messo a disposizione della Soprintendenza dalla Provincia perché potesse ospitare il museo e gli uffici della stessa Soprintendenza.
Il museo ritrova infine la sua sistemazione in palazzo Mazzarotta, nel centro storico, nel luogo che l’aveva ospitato tra il 1916 ed il 1932. L’inaugurazione del “nuovo” Museo Provinciale Sannitico avvenne il 27 gennaio 1995. Da allora è rimasto sempre aperto al pubblico. Separata definitivamente dal museo, la biblioteca, intanto, ha trovato anch’essa una nuova sede nell’edificio appositamente realizzato in via Garibaldi.


Il “Nuovo Museo Provinciale Sannitico”

Il 27 gennaio 1995 veniva riaperto al pubblico il Museo Provinciale Sannitico di Campobasso, con una nuova esposizione. Nelle scelte fatte in questa nuova esposizione non sono stati seguiti scrupolosamente i criteri adottati dal Sogliano, ai quali occorreva, comunque, rimettere mano in considerazione del fatto che essi erano fluttuanti tra materiale e tecnica e destinazione d’uso.
Prioritariamente ci si è posti di fronte all’esigenza di rendere comprensibili il più immediatamente possibile i pezzi della collezione, sia nella loro funzione che in una successione cronologica per grandi linee. Consapevoli della impossibilità di ricavare da ogni singolo oggetto o gruppi di oggetti una quantità di informazioni esauriente, soprattutto in considerazione della totale mancanza di notizie sulle circostanze dei ritrovamenti e sulle eventuali associazioni, si è scelto di non operare selezioni di sorta ma di presentare tutti i materiali, anche se in più di un caso ripetitivi; si è difatti pensato che le reiterazioni, anche se non accompagnate da commenti o spiegazioni, sarebbero state di per sé significative; la diffusione di quel determinato oggetto in una determinata epoca avrebbe suscitato interrogativi ed invogliato a cercare risposte altrove; nel caso di gruppi di materiali omogenei (si pensi, ad esempio,alle lucerne), la presentazione di tutti gli esemplari della collezione avrebbe potuto dare una idea più immediata delle trasformazioni tipologiche dell’oggetto stesso e lasciato trapelare i motivi per cui un tipo fosse più usato rispetto ad un altro.
D’altra parte è sembrato doveroso mostrare, attraverso l’esposizione della collezione nella sua totalità, che il gusto del collezionista molisano della seconda metà dell’Ottocento – non c’è dubbio, difatti, che il nucleo principale di quello che diverrà il museo provinciale sannitico si sia creato in brevissimo tempo grazie alla buona volontà di collezionisti privati che misero a disposizione le loro collezioni – tendesse a privilegiare l’oggetto antico nella sua “antichità” piuttosto che nella sua “arte”.
Anche la scelta espositiva di raggruppare tutta la collezione, o la sua maggior parte, in un unico grande contenitore, lasciando in espositori singoli solo alcuni pezzi di particolare valenza e dimensioni, trova motivazione nell’intenzione di dare al visitatore una idea immediata di un gruppo conchiuso, quasi immobilizzato nella temporalità delle sue origini.
Nel riordinare i materiali tenendo conto della loro funzione, si sono così individuati quattro raggruppamenti principali, ciascuno diviso in sottogruppi: L’abbigliamento (uomini, donne, bambini), la casa (la struttura e l’arredo, la mensa, l’illuminazione), le attività (l’agricoltura e l’allevamento, l’artigianato, il commercio), la preghiera (il culto privato, il culto pubblico, il culto dei morti). Nell’ambito di ciascuno dei gruppi e dei sottogruppi ogni oggetto trova posto secondo una linea cronologica talora – ed ove possibile – precisa e puntuale, spesso di massima.

 

   

 
   

Statuetta di bronzo raffigurante Ercole (Trivento - Epoca medioellenistica)

Statuetta di bronzo raffigurante Mercurio (Bojano - Epoca imperiale)

Piede di statua di bronzo
(Sepino - I sec. d.C.)


Statuetta fittile raffigurante Afrodite con due figure di Priapo

Statuetta di Ercole in marmo
(Sepino)

Châtelaine di bronzo (Casalciprano -
VI secolo a.C.)

Pettine di bronzo (Campobasso)

Unguentario di vetro (Sepino -
I – II secolo d. C.)

Lekythos in stile di Gnathia (Fine IV-
inizi III secolo a.C.)

Amuleto fallico di bronzo
(Sepino - Epoca romana)

Cinturone di bronzo
(Fine V-IV secolo a.C.)


Cinturone di bronzo (Ferrazzano -
Seconda metà V –
IV secolo a.C.)

Cuspide di lancia di bronzo (Trivento - Età del ferro)

Paragnatide mobile di bronzo
(XIV secolo a.C.)

Elmo di bronzo (Larino -
X-VIII secolo a.C.)



Iscrizione funeraria
(Larino)

Boccale miniaturistico di bronzo ( Guardiaregia - Epoca romana)


Krateriskos miniaturistico a vernice nera (IV secolo a.C.)

 

 


Tomba multipla
(San Giuliano nel Sannio
I sec. d.C:)



 
Tomba di cavaliere longobardo con cavallo
 
     
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