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Il
significato simbolico del Mistero è la dedizione al lavoro agricolo,
l’ipotetico committente la Corporazione dei contadini.
A Sant'Isidoro, patrono degli agricoltori, era dedicato un altare della
Chiesa di San Leonardo.
Il Mistero raffigura il Santo, contadino presso il Cavaliere spagnolo
Giovanni de Vergas, che percuote il terreno con un bastone facendo scaturire
acqua per saziare la sete del suo padrone. Domina il Mistero un grosso
cero sostenuto da tre angeli che rappresenta la Face dei coloni.
La Face era costituita da un tronco di legno intonacato di cera con
in cima un pezzo di legno acceso che, simbolo di luce e quindi di vita,
pare sia emblema della vera luce diffusa sulla terra con la propagazione
del cristianesimo. Sembra che a Campobasso esistessero due Faci all’ingresso
dei locali della Confraternita del Santissimo Sacramento che i campobassani
guardavano con alta devozione fin quasi alla superstizione. Le Faci
precedevano i misteri durante la processione del Santissimo ed erano
costruite per la devozione degli agricoltori e degli artigiani. La Face
degli agricoltori, s’innalzava da un tronco d’albero circondato
da muschio e da spighe e, durante la processione, era accompagnata da
pifferai e zampognari, mentre quella degli artigiani poggiava su un
piedistallo su cui due angeli dorati di legno sembravano sorreggerla
e, durante la processione, era accompagnata da suonatori di violino.
Con il passare degli anni la Face degli artigiani cadde in disuso, forse
per volerne costruire tante quante erano le arti, mentre rimase per
molto tempo ancora quella degli agricoltori, i quali si opposero quando
si tentò di eliminarla perché considerata costumanza rozza
e superata. I cittadini la bruciarono nottetempo ma per altre due volte
gli agricoltori la ricostruirono fino a quando vi rinunziarono dietro
la promessa che il Di Zinno avrebbe realizzato un Mistero per la Face
con l’aggiunta di un miracolo di Sant'Isidoro, protettore degli
agricoltori.
Sant’Isidoro*
Sant’Isidore figlie de la Spagna
prutiegge le cafune e la campagna,
batte la terra mè che su bastone
arijgneme la votte e lu cascione.
(Sant’Isidoro
figlio della Spagna / proteggi i contadini e la campagna, / dissoda
la terra con questo bastone / riempimi la botte e la madia.)
*da una poesia di Michele Buldrini tratto
da: Arnaldo Brunale, Campuasciane Assèlute – Dialetto /
Enzo Nocera editor – Campobasso 2007
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