Sebbene
il ritrovamento di mura poligonali sulla sommità del Colle
Sant'Antonio faccia ipotizzare la presenza di un insediamento fortificato
sannita (V-III sec. a.C.), si può iniziare a parlare di Campobasso
solo nel tardo periodo longobardo (IX sec. d.C.). Un rescritto del
Principe di Benevento Adelchi II datato 878 d.C. è considerato
l’atto di nascita della città perché è
il primo documento in cui compare il termine campibassi. Di origine
longobarda sembra essere anche il toponimo, in quanto era uso presso
questo popolo denominare un insediamento in base alle sue peculiarità,
in questo caso “campi bassi” rispetto alle colline circostanti.
Campobasso sorse come avamposto militare di controllo del territorio
circostante ad economia prettamente agricola. L’abitato era
formato da edifici in legno che davano vita ad una struttura urbana
fittizia e transitoria; intorno all’anno 1000, cominciò
a concretizzare la sua forma nella pietra e a consolidare il proprio
ruolo baricentrico rispetto al territorio polarizzando intorno a sé
le abitazioni circostanti delineando così una struttura urbana
che cresceva senza un disegno ben preciso. Tale espansione continuò
gradualmente, ma costantemente, durante le dominazioni Normanna (XI-XII
sec. d.C.), Sveva (XIII sec. d.C.), Angioina (XIII-XV sec. d.C.) e
Aragonese (XV sec. d.C.) fino a raggiungere la zona pianeggiante alle
falde del colle. Durante i secoli XII e XIII vengono costruite le
chiese di San Giorgio, San Bartolomeo e San Mercurio. Intorno ad esse
nascono i primi borghi: si inizia a generare uno schema planimetrico
dell’abitato a forma di ventaglio.
La
fine delle scorrerie dei barbari e la ritrovata stabilità politica
permisero una ripresa dei traffici commerciali che si snodavano lungo
i tratturi che lambivano la località. Nel secolo XIV nasce
la chiesa di San Leonardo e intorno ad essa si trasferisce il centro
della vita economica e sociale, determinando lo sviluppo urbano circostante.
Il catastrofico terremoto del 1456 rase al suolo quasi per intero
la città, dando così modo di iniziare un nuovo processo
di ricostruzione e sviluppo. Il conte Cola di Monforte fortificò
ulteriormente la città facendo costruire una doppia cinta muraria,
con una parte superiore “apportico”, entro il cui spazio
si snodava il giro di ronda, e una parte inferiore “supportico”
destinata agli spostamenti dei soldati. Di questo periodo sono anche
le mura che scendendo lungo i fianchi del monte racchiudevano i quartieri
periferici di San Mercurio e San Paolo e si adagiavano lungo le attuali
strade di Via Ziccardi e Via San Antonio Abate. L’impianto urbano
della città era di tipo radiocentrico con strade principali
che partendo dalle porte si insinuavano tra gli stretti isolati, fino
ad arrivare alla chiesa di San Bartolomeo. Nel XVI sec. nelle adiacenze
della porta principale furono situati il mercato, la dogana, i fondaci
del sale, del tabacco, della farina, mentre nella piazza di San Leonardo
venne eretto il palazzo ducale; il castello decadde dalla funzione
di fortilizio e venne usato come prigione. Nel XVII sec. notevole
fu lo sviluppo nella parte compresa fra Via Ziccardi e Via Sant'Antonio
Abate dove sorsero palazzi su modelli rinascimentali, mentre nella
parte alta del borgo si costruì, sacrificando gli orti, su
tutti gli spazi lasciati vuoti in precedenza. Agli inizi del XVIII
sec. le autorità comunali, su richiesta del popolo, concessero
ai cittadini le mura della cinta fortificata; molte abitazioni inglobarono
le mura e le torri esistenti. Nel 1806, diventando Campobasso capoluogo
della provincia di Molise e dovendosi dotare di edifici a funzione
pubblica, il Re di Napoli Gioacchino Murat nel 1814 autorizzò
la costruzione degli stessi al di fuori dell’antico borgo secondo
un progetto unitario che cercava di stabilire una continuità
fra il vecchio centro storico e il nuovo borgo.
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DI CAMPOBASSO