Nato
a Napoli probabilmente intorno al 1420, era figlio di Giovanna di
Celano e di Angelo II Monforte detto il lebbroso; per preservarlo
dal morbo gli fu consigliato di andare per mare, così armò
una nave e partecipò a varie battaglie navali soprattutto contro
le flotte genovesi e fiorentine, da cui uscì molte volte vincitore.
Gli venne affidato dal sovrano Ferrante I d'Aragona il comando di
tre galee; in seguito venne nominato governatore degli Abruzzi.
Al
1447 risalgono i documenti prematrimoniali con Altabella di Sangro
che sposò nel 1450, anno in cui divenne signore di Campobasso
e di molti altri feudi.
La sua intraprendenza e la sua abilità di condottiero gli fecero
prendere la decisione di tradire gli Aragonesi e di affiancarsi ai
d’Angiò.
L’alleanza con Giovanni d'Angiò fu motivo per Cola di
temere un attacco da parte del re di Napoli. Per tale motivo, dopo
il terribile terremoto del 1456 che rase al suolo Campobasso, fece
riedificare il castello e cingere il
borgo della città capitale della contea di Molise di possenti
mura. Inoltre a dimostrazione della sua ribellione, fece addirittura
coniare delle monete di argento e di rame che rappresentavano sul
dritto i ceppi e le manette (usate dai re di Francia dopo la prigionia
di Luigi IX), sul rovescio una croce con la parola “Campibassi”.
Con la sconfitta degli Angioini la situazione si fece sempre più
drammatica, le sue terre ed i suoi possedimenti vennero attaccati
e conquistati dalle milizie del Regno di Napoli tra 1460 ed 1464.
Le gravi condizioni economiche in cui si era venuto a trovare a causa
dei conflitti e della sconfitta definitiva subita contro gli Aragonesi,
lo costrinsero all'esilio forzato prima a Bologna e poi a Mantova.
Nel 1466 Cola, ormai soprannominato “il Campobasso”, riprese
la sua campagna militare combattendo sempre a fianco di Giovanni d'Angiò
contro il re di Francia divenendo successivamente anche consigliere
di Renato d’Angiò. Nel 1477 rientrò in Italia
ad Alessandria, Milano, Brescia e Venezia. Anche nella Serenissima
riuscì a farsi apprezzare per le sue doti di condottiero tanto
che gli furono affidati numerosi uomini d'arme per la difesa del territorio.
Nel 1478 improvvisamente morì a Padova.