|
Il
Mistero ricorda la ribellione a Dio di alcuni angeli capeggiati da Lucifero,
che nel folle tentativo di uguagliarsi a lui in potenza, furono espulsi
dal paradiso. Simboli evidenti sono la giusta punizione a cui non possono
sottrarsi gli ingrati ed i superbi e la sicura protezione dal male sempre
offerta da Dio a chi fida in lui.
In basso l’inferno, in alto S.Michele in abito da soldato greco
che regge una pesante catena segno di orgoglio represso mentre incalza
con la spada sguainata, simbolo della giustizia, i ribelli e li spinge
verso la bocca dell’Inferno (Apocalisse 12, 7). I diavoli intanto
cercano di suscitare ilarità con gesti grossolani, chiamando
ad alta voce e per nome gli amici, le autorità, i cittadini noti
che capitano sotto i loro occhi, e questi se non fanno una offerta sono
mandati…. all’inferno. L’atteggiamento grottesco e
buffo dei diavoli nei due gruppi non è casuale, è un residuo
vivo della cultura popolare medievale che non riusciva a separare le
componenti spirituali da quelle comiche, ironiche e talvolta oscene,
tanto comuni nei repertori dei giullari di corte.
Ad una cinquantina di metri dal castello Monforte, dove è ora
l’acquedotto si trovava lòa chiesa di S. Michele Arcangelo.
Vi si cessò di officiare nel 1829. E’ inventariata già
nel 1241 per ordine di re Federico II. La statua del santo è
ora conservata nella chiesa di S. Antonio Abate.
San
Michele*
Ze rebbellanne a Dije che la speranza
d’esse uguale a Isse pe putenza;
Sante Mechele le cacciatte fore
che ‘nfamia vergogna e disonore.
(Si
ribellarono a Dio con la speranza / di essere uguali a lui per potenza;
/ San Michele li cacciò fuori / con infamia vergogna e disonore.)
*da una poesia di Michele Buldrini tratto
da: Arnaldo Brunale, Campuasciane Assèlute – Dialetto /
Enzo Nocera editor – Campobasso 2007 |
|
|